Il Codice della crisi è impostato sull’idea di un’efficacie ed efficiente organizzazione imprenditoriale anche in funzione di una tempestiva rilevazione della crisi e di una sollecita adozione di uno strumento idoneo a rimuoverla.

Molti e plasmabili in funzione delle singole fattispecie sono gli strumenti di regolazione della crisi e dell’insolvenza messi a disposizione dell’imprenditore.

Per selezionare lo strumento necessario al caso concreto è richiesta un’accurata analisi non solo della situazione soggettiva (piccolo imprenditore o no? Impresa agricola o commerciale, ecc.), ma soprattutto oggettiva dell’impresa insieme ad una verifica della massa debitoria e delle prospettiche esigenze gestionali (forniture, finanziamenti, ecc.).

La selezione tra gli strumenti assume profili di assoluta delicatezza dovendo tener conto di tutti gli interessi in gioco nella crisi che, da uno strumento per la continuità, devono ricevere un trattamento non deteriore rispetto a quanto otterrebbero dalla liquidazione.

Di seguito gli steps fondamentali per selezionare lo strumento di regolazione più idoneo tra quelli previsti dal Codice.

  1. Stabilire quale capacità di rimborso l’impresa potrebbe esprimere nell’ opzione della liquidazione giudiziale, guardano non solo al valore di liquidazione degli attivi aziendali, ma anche al possibile ricavato da azioni di responsabilità e azioni revocatorie/recuperatorie. Questo valore è il punto di riferimento da comunicare ai creditori come punto di partenza per valutare l’alternativa proposta.
  2. Verificare attraverso un piano di cassa a 12 mesi se l’impresa, assumendo di non onorare le obbligazioni scadute alla data di riferimento, sia in grado di gestire regolarmente le proprie obbligazioni correnti e di non disperdere risorse a scapito dei creditori a cui è rivolta la proposta di ristrutturazione. È da valutare anche l’opportunità di accedere a forme di finanziamento circolante che, sebbene più costose delle altre forme di finanziamento bancario ordinario, consentono di invertire il ciclo di tempo tra il pagamento delle forniture e l’incasso dai clienti.
  3. Valutare e classificare i debiti alla data di riferimento, identificando i diversi creditori come fornitori, istituti bancari (distinguendo tra quelli con garanzie e quelli senza), enti fiscali e previdenziali, e determinando quanti si essi coinvolgere sulla base di un elenco da compilare in base all’importo dell’esposizione, partendo dal più elevato al più basso.
  4. Formulare la proposta di ristrutturazione e di soddisfacimento da presentare ai creditori che dovrà contenere una soluzione adeguata al superamento delle condizioni di crisi o insolvenza.

Indipendentemente dall’accoglimento da parte dei creditori interessati, la proposta dovrà attribuire a ciascun interessato un’utilità specifica che ragionevolmente non potrebbe essere riconosciuta nell’alternativa concorsuale applicabile

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da | Apr 7, 2024 | diritto societario